Ieri, martedì 24/3/2020, è stata pubblicata l’annuale Ordinanza Ministeriale sulla mobilità che il ministro, con imperitura e sfacciata arroganza, ha firmato e pubblicato dopo che le OO.SS., unitariamente, ne avevano chiesto il differimento, ignorando il drammatico momento che il paese vive per le conseguenze dell’epidemia del COVID-19. e lasciando intendere che l’ordinanza fosse stata condivisa con le OO.SS.
La pubblicazione dell’O.M. è stata giustificata dal Ministro con la volontà di rispettare il sacrosanto diritto alla mobilità del personale della scuola senza considerare, con il consueto cinismo, che il 31 gennaio il Consiglio dei Ministri ha deliberato la “Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”; successivamente il Presidente del Consiglio ha emanato una serie di DPCM che introducono “ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale” e il 21 marzo il Governatore della regione Lombardia ha emanato l’ordinanza 514, che fino al 15 aprile introduce più stringenti e ulteriori misure per la prevenzione e la gestione dell’epidemiologia del COVID-19.
Lo scorso anno sono state prodotte circa centomila domande di mobilità ed è notorio che molti colleghi per la compilazione, seppure online, delle domande si avvalgono del supporto sindacale, come il ministro dovrebbe ben sapere avendo rivendicato un passato da sindacalista, e hanno la necessità di interagire con gli uffici amministrativi della scuola e dell’amministrazione, attualmente chiusi, per la produzione e consultazione di dati personali.
Ma in un momento in cui il Paese piange circa ottomila morti e le persone sono emotivamente provate dalle conseguenze della crisi epidemiologica, porre migliaia di interessati nella condizione di non potersi rivolgere alle strutture territoriali sindacali e dell’amministrazione, per essere guidati e rassicurati, appare alquanto bizzarro ed è per questo che le OO.SS. avevano chiesto di differire le date della presentazione delle istanze e non, come si vuole fare credere, di bloccare la mobilità proprio per non far mancare ai propri iscritti il consueto supporto nello svolgimento di un adempimento così atteso e importante per la vita professionale e private del personale della scuola.